Linfedema: oggi giornata mondiale, anche il Salento c’é

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tratto da SanitàSalento

Solo nell’anno 2015-2016 sono stati 600 i casi di sospetto linfedema arrivati alla prima visita di controllo della Asl leccese e 7500 i trattamenti singoli effettuati. Ad accogliere i pazienti, la dottoressa Daniela Greco, medico fisiatra, specialista in riabilitazione. Nel 2011 la dottoressa ha guidato nei poli riabilitativi di Lecce e Casarano, un progetto di riabilitazione individuale (Pri), che finalmente portava i malati di linfedema a essere stabilmente presenti nel servizio sanitario nazionale, abattendone anche lo stigma dei costi per la cura di un male del quale si conosce troppo poco. Sono oltre 40mila i nuovi casi che si verificano ogni anno in Italia e 140 milioni nel mondo, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità.

«I sintomi del linfedema sono visibili: gonfiore cronico degli arti, alterazione del colore della pelle, dolore intenso. Riconosciamo e trattiamo sostanzialmente due tipi di linfedema – sostiene la dottoressa Greco – quello primario, che sopraggiunge per un eccessivo accumulo di linfa nei tessuti degli arti o del viso, spesso nei bambini ma anche negli adulti ed é una situazione congenita difficile da evitare e il linfedema secondario, malattia invece acquisita, per cui l’accumulo è dovuto a un trauma, come l’asportazione di tessuti del corpo per un tumore».

«Nel nostro territorio – prosegue la fisiatra – si tratta in maggioranza di casi di linfedema secondario, con un equilibrio tra giovani e adulti». Il percorso riabilitativo è abbastanza complesso e la ricerca non ha ancora trovato una cura definitiva: «Il paziente affetto da linfedema, deve essere trattato per ridurre e contenere l’accumulo di liquidi nei distretti corporei colpiti e stimolare il loro drenaggio da parte del sistema linfatico, utilizzando specifiche metodiche indicate dalle Linee Guida Internazionali, quali: drenaggio linfatico manuale, bendaggio multistrato, tutore elastico, pressoterapia, rieducazione funzionale e cura della cute». Solo negli ultimi tempi si stanno sviluppando tecniche successive o complementari di micro e supermicro chirurgia, ma non in Puglia e comunque con una grande discriminazione di casistiche.

L’unità operativa semplice con ambulatori al polo riabilitativo a San Cesario, Casarano dove i pazienti possono ricevere la visita medica, permette tra le altre cose, il potenziamento del percorso riabilitativo anche attraverso l’offerta di supporto psicologico e di consulenza sessuologica. Si cerca sopratutto di prendere in carico il paziente da ogni punto di vista. “Dopo una prima visita – spiega la dottoressa – il paziente, a seconda della sua provenienza, viene poi indirizzato all’ambulatorio più vicino alla sua residenza, tra Maglie, Gallipoli, Nardò, Supersano, San cesario e Casarano.” In ogni sede, la persona trova il fisioterapista che indicherà il percorso riabilitativo da seguire, secondo un approccio personalizzato a seconda della gravità della malattia, che richiede una terapia decongestiva combinata man mano che il linfedema avanza di stadio.”

L’impegno dei medici e degli operatori è stato quello di restare nella sanità pubblica, vi si accede tramite prenotazione al Cup. Le alternative sono le palestre convenzionate, ma bisogna fare molta attenzione all’approccio seguito.

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