La mattinata è stata conclusa con gli interventi degli specialisti stranieri. Catherin Young, in vece della professoressa Foldi, ha illustrato la grande esperienza della scuola della Foldiclinic ove vengono eseguiti trattamenti di attacco con terapie intensive che si svolgono nell’ intero arco della giornata. Anche in questo caso grande valore viene attribuito alla corretta elastocompressione che può anche essere effettuata due volte nella stessa giornata. Il professor Martin ha quindi messo in evidenza le peculiarità diagnostiche, prognostiche e di indirizzo terapeutico dell’ecografia ad alta risoluzione nei confronti degli arti con linfedema. Isabel Forner Cordero, di Valencia, ha quindi fatto una corretta e completa disamina sui tutori elastici sottolineando come l’indosso diacronico del tutore stesso costituisce il fattore prognostico positivo più importante per i risultati a lungo termine.

Nel pomeriggio i lavori si sono riaperti con la relazione del prof. Mattassi dell’Humanitas di Milano. Una esaudiente descrizione delle malformazioni linfatiche fortemente disabilitanti, anche in piccoli pazienti, con particolare riguardo a malattie rare come la Klippel Trenaunay, la Maffucci Weber, la Proteus, la Prader Villi ed altre malformazioni che coinvolgono anche i tessuti profondi. Mattassi ha anche dimostrato come, con la terapia infiltrante sotto eco guida, di alcune quantità di etanolo è possibile ridurre le masse mal formative fino a ridare una buona qualità di vita a questi pazienti.

E’ stata quindi la volta dell’ospite, il dr. Corda, che ha nuovamente ricordato come la presa in carico di un paziente con linfedema, indipendentemente dall’età, dalle condizioni sociali, economiche, culturali e di stili di vita, deve essere olistica (concetto poi ripreso dalla relazione del dr. Ricci di Ancona), cioè interessare tutti gli aspetti fisici e psicologici del paziente. I risultati di trattamenti complessi e completi confermano che anche in casi considerati ‘impossibili’ possono essere ottenuti più che soddisfacenti risultati clinici. Faga ha quindi illustrato alcuni aspetti del lipedema, patologia ancora poco conosciuta in quanto ad etiologia e sviluppo, ma ugualmente disabilitante e, spesso, confusa con il linfedema. Il dr. Eretta ha quindi illustrato la sua esperienza, con discreti risultati clinici, della microchirurgia conservativa (derivativa e ricostruttiva), attribuendo alla metodica un significato complementare e non alternativo alle altre terapie. Sannia ha quindi ripreso dei concetti, già esposti da Michelini nell’atelier del giorno prima, sul valore terapeutico della cumarina naturale e di altri fitoterapici nella cura del linfedema. I risultati più evidenti, ovviamente, vengono conseguiti nei primi stadi clinici della malattia, quando la risposta dei collettori linfatici allo stimolo, consente loro di migliorare la propria contrattilità e, quindi, di trasportare meglio la linfa stesa.

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