Il Convegno è stato preceduto da un pomeriggio di ‘Ateliers’ allestiti e sponsorizzati dalle aziende cui hanno partecipato esperti che hanno discusso dei principali aspetti della terapia fisica e farmacologica. I materiali utilizzati per il confezionamento dei tutori elastici sono sempre più confortevoli. Le aziende leader del settore ormai, per i pazienti con linfedema primario e secondario, utilizzano tutti filati a maglia piatta e gli indumenti presentano delle varianti (zone di iperpressione, tasche per apposizione specifica di sottobendaggi mirati nelle zone di maggiore fibrosi, strisce siliconate per auto reggenza a più livelli dell’arto) che contribuiscono sempre più ad una vestibilità ottimale e ben tollerata, anche alle alte pressioni di compressione.

La mattina del sabato è stata dedicata, per la prima parte, ai problemi venosi cronici (primo fra tutti l’ulcera venosa pura o mista, cioè associata ad arteriopatia). Moderatori della sessione erano il Prof. Guarnera di Roma (Presidente della Associazione Italiana Ulcere Cutanee) ed il prof. Tori (Presidente della Società italiana di Flebologia). Oltre ai numerosi materiali da medicazione, i migliori dei quali sono del tipo occlusivo stimolante la riparazione tissutale spontanea, è stata nuovamente data la giusta enfasi alla componente elastocompressiva abbinata all’esercizio fisico, fondamentale per la rimozione e la prevenzione della stasi (principale causa della formazione e del mantenimento dell’ulcera stessa). E’ seguita la relazione del dr. Michelini che, dopo aver portato i saluti della Società Europea di Linfologia, della società italiana di Linfangiologia e del Collegio italiano di Flebologia, ha illustrato le attuali linee guida della Società internazionale di Linfologia. Queste, oltre ad auspicare l’utilizzo di più terapie manuali e meccaniche nell’approccio al linfedema primario e secondario, sottolineano la necessità di uniformare alcuni aspetti della diagnosi (soprattutto l’esame linfoscintigrafico che ancora oggi viene eseguito ed interpretato in maniera non univoca nei diversi paesi) e di meglio evidenziare alcune terapie complementari come quella microchirurgica e la liposuzione. Particolare enfasi è stata data agli studi genetici che, eseguiti già su un nutrito numero di persone, ha dimostrato che debbono essere indagati più geni e che esiste anche una diversità ‘razziale’ nelle mutazioni. Concetto poi ripreso nel pomeriggio dal dr. Bertelli che ha spiegato come dallo studio in corso siano emerse interessanti novità sulle mutazioni geniche evidenziate che finora erano state collegate a precisi quadri clinici nella letteratura internazionale ed invece ora si è visto essere presenti anche in altre condizioni. Bertelli ha ipotizzato che sia possibile, con l’aiuto dei clinici e con il coinvolgimento di aziende specializzate nel settore, sintetizzare proteine ricombinanti che un domani aiuteranno le cellule linfatiche che attualmente non riconoscono i fattori di crescita ed arrestano il loro sviluppo prima della sua conclusione, a risentire nuovamente dello stimolo e completare lo sviluppo ponendo fine all’insufficienza linfatica lco-regionale. Il percorso è lungo ed arduo, ma è iniziato.

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