Linfedema del braccio

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Il linfedema del braccio è un effetto collaterale che può avere inizio durante o dopo il trattamento per il tumore al seno. Pur non essendo un effetto grave, può protrarsi per un lungo periodo di tempo. Questa condizione si manifesta sotto forma di gonfiore dei tessuti molli del braccio o della mano. Il gonfiore può essere accompagnato da torpore, fastidio e a volte da un’infezione.

Il linfedema: consigli pratici e terapeutici. Due chiacchiere con Daniele Aloisi

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Il linfedema: cause, prevenzione e indicazioni terapeutiche. Due chiacchiere con il Dottor Daniele Aloisi, Responsabile della UOC Angiologia dell’ASL di Bologna 

1. Dottor Aloisi, che cos’è il linfedema e quali sono le principali caratteristiche?
Il linfedema, è un edema, ossia un gonfiore di natura linfatica che interessa principalmente gli arti, causato dall’accumulo di liquidi a livello interstiziale. La caratteristica del linfedema è quella di essere una patologia evolutiva, che peggiora quindi progressivamente nel tempo, portando allo sviluppo di una fibrosi, ossia ad un aumento della consistenza e durezza dei tessuti per l’alta concentrazione delle proteine presenti nel liquido. Il linfedema può portare ad un aumento del volume dell’arto anche 2-3 volte superiore alla norma che può determinare quindi difficoltà di movimento e di flessione dell’arto.

Intervista Radiofonica al prof. Michelini del 9 Dic. 2009

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Laura Vanzani¹  e Massimiliano Arrichiello²  nella trasmissione  Babilonia e intorni su Nuova Spazio Radio, hanno intervistato il prof. Michelini sulla relazione tra linfedema e sostanze dopanti.

Per coloro che non abitando nel Lazio non hanno potuto ascoltare la trasmissione in diretta, grazie alla cortesia di Nuova Spazio Radio abbiamo la possibilità di offrirvi la registrazione dell’intervento.

Clck qui per ascoltareIntervista radiofonica al prof Michelini del 9 Dicembre

II Congresso Nazionale S.I.M.F.E.R 9 Ottobre 2008

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Cari amici,

riceviamo e con grande piacere pubblichiamo la locandina e la brochure del prossimo Congresso Nazionale S.I.M.F.E.R. che si terrà a Roma il prossimo 9 Ottobre presso il San Giovanni Battista a noi tutti molto caro.

Con la speranza di una partecipazione numerosa e con la speranza di poter offrire poi una versione multimediale dei lavori del Congresso per chi non potrà partecipare vi informo di come fruire dei due documenti.

Potete visionare  i documenti come immagini cliccando qui:

Brochure pag. 1

Brochuhre pag. 2

target=”_blank”>Locandina

O come pdf a più gr ande risoluzione se avete interesse a stampare i files.

Locandina

Brochure

II Congresso Nazionale S.I.M.F.E.R 9 Ottobre 2008

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Cari amici,

riceviamo e con grande piacere pubblichiamo la locandina e la brochure del prossimo Congresso Nazionale S.I.M.F.E.R. che si terrà a Roma il prossimo 9 Ottobre presso il San Giovanni Battista a noi tutti molto caro.

Con la speranza di una partecipazione numerosa e con la speranza di poter offrire poi una versione multimediale dei lavori del Congresso per chi non potrà partecipare vi informo di come fruire dei due documenti.

Potete visionare  i documenti come immagini cliccando qui:

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Locandina

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La storia del nostro Presidente

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 [pullquote]  Ho 55 anni e da circa 22 soffro di ” linfedema” agli arti inferiori, una patologia causata da insufficienza meccanica e/o dinamica della circolazione linfatica. [/pullquote]

Tale patologia causa vistosi edemi agli arti superiori e/o inferiori, con compromissione graduale del circolo linfatico, anche per la reiterazione di processi infiammatori (linfangiti ) e definendosi nell’estremo stadio della sua evoluzione (IV°), in elefantiasi, quando l’imponente edema della caviglia e della gamba, assume forma cilindrica, simile all’arto dell’elefante. Secondo le statistiche dei pochissimi ricercatori universitari che si occupano della patologia , la media nazionale della popolazione affetta è del 10% circa. Molto raramente la patologia regredisce, anche se in misura parziale, con l’intervento chirurgico e necessita di periodiche cure specialistiche, bendaggi medicamentosi, l’utilizzo continuo di tutori elastici ad alta compressione e cicli quindicinali di terapia, mediante trattamenti di drenaggio meccanico combinato, presso i pochi centri privati all’uopo attrezzati. I malati di linfedema, conducono una vita di relazione caratterizzata dall’estrema precarietà, per i limiti obiettivi che impone tale patologia cronica, invalidante e ingravescente. Malgrado tutto coi’, tale patologia non è contemplata nel novero delle malattie riconosciute come croniche e invalidanti (D.M. 21 maggio 2001, n. 296) negando, di fatto, a migliaia di ammalati , pari dignità e uguali diritti in ordine alle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale. Tale patologia, infatti ,per quanto sopra può riferirsi, per la terapia chirurgica e la ricerca, a pochi centri Universitari ,come ad esempio la facoltà di Chirurgia dei Linfatici dell’Università di Genova, mentre per quanto attiene le necessarie cure specialistiche periodiche, si fa riferimento a pochissime strutture ambulatoriali private localizzate nel nord Italia, dotate degli idonei presidi elettromedicali. Sono quindi a totale carico dei pazienti, oltre alle predette cure periodiche, i costi di acquisizione di tutori elastici, dei kit di bendaggio, di presidio elettromedicale per il drenaggio domiciliare, d’uso massivo quotidiano, oltre ai farmaci d’uso. Sono, di conseguenza, facilmente evincibili, per quanto argomentato, le innumerevoli difficoltà e lo stato di estremo disagio sociale, psicologico ed economico, in cui penosamente versa questa categoria di ammalati, costretta, per necessità, ad un periodico e disagevole ” turismo sanitario ” nei limiti obiettivi afferenti dalla patologia. Abbiamo inoltrato istanze ai Ministri della Sanità che si sono via via succeduti, da Sirchia a Storace e alla Sig.ra Turco. Lo scorso anno il Ministro Turco ha insediato una commissione ministeriale per lo studio della patologia che, sembrerebbe conduca i suoi lavori con i consueti ritmi…ministeriali.

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Abbiamo cercato con petizioni a più firme di ammalati di coinvolgere sull’argomento mass-media e programmi tv specializzati e buon ultimo anche il programma ” Mi manda Rai 3 ” ,senza ottenere riscontro alcuno, forse perché non è piacevole parlare e visualizzare qualcosa di deforme come lo sono i nostri arti ma, non certo, le nostre coscienze.

[/pullquote] Pur tuttavia, continuo a lottare ,con le microscopiche risorse in mio possesso, per continuare a sperare che qualche autorevole mass-media ci dia ascolto, al fine di far conoscere all’opinione pubblica questa patologia, ai più sconosciuta, per sottolineare l’importanza di una diagnosi precoce e per tentare di sensibilizzare, con incisività, il Ministero della Salute, a porre fine a questo palese atto di ingiustizia e sperequazione tra patologie. Le mie aspettative di vita sono ormai residuali, considerato che, nel mio caso, sono al IV° stadio patologico, con reiterate l infangiti che, spero, non si trasformino in linfoangiosarcoma.

Mi sono imposto di continuare la mia lotta per quelle migliaia di ammalati che soffrono in silenzio e con rassegnazione.

Oggi SOSLInfedema è una ONLUS, riconosciuta dal Ministero della Salute e continua a lottare perché  venga riconosciuto il diritto di usufruire di una Sanità per cui tutti paghiamo le tasse.

Franco Forestiere

 

Riabilitazione linfedema al S. Giovanni Battista

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Rendiamo omaggio all’equipe del Day Hospital di riabilitazione dell’Ospedale San Giovanni Battista di Roma, diretta dal prof. Sandro Michelini, pubblicando la foto del team al completo. Il centro per i malati di linfedema rappresenta un’oasi di riferimento quasi unica in italia. Vi operano specialisti dalla grande professionalità ed esperienza, dotati di un non comune senso di umanità, cortesia e spirito solidale. Chi avesse necessità di cure specifiche, l’ospedale San Giovanni Battista dell’Ordine Militare dei Cavalieri di Malta, convenzionato con il s.s.n, è in Roma via Luigi Ercole Morselli, 13 (zona magliana) tel 06.65596351.

drenaggio linfatico manuale

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cari amici, nelle mie ricerche ho trovato questo file che potrebbe essere utile a qualcuno che è all’inizio della battaglia, e ho deciso di condividerlo con voi.
purtroppo ho perso i riferimenti del o degli autori. se li conoscete fatemelo sapere che farà ammenda verso gli autori.

il drenaggio linfatico

il sistema circolatorio prevede un sistema arterioso che porta il sangue dal centro alla periferia e un sistema venoso che riporta il sangue dalla periferia al centro. accanto al sistema venoso è presente il sistema linfatico caratterizzato dalle particolarità che lo rendono unico e fondamentale.

tra il sistema arteriolare e quello venulare avvengono gli scambi metabolici con le cellule. questi scambi sono regolati dalla legge di sterling e cioè dagli equilibri tra pressione idrostatica e pressione oncotica.

nel versante arteriolare esiste una pressione idrostatica di 32 mm di hg che tende a filtrare liquido e sostanze nutritive attraversi i pori endoteliali verso le cellule tissutali. a questa pressione si oppone una pressione inversa, detta pressione oncotica, esercitata dalle proteine del sangue che richiamano acqua all’interno del vaso. il valore della pressione oncotica è di 22 mm di hg.

a l ivello del versante venulare es iste una pressione idrostatica che spinge in fuori i liquidi con una forza di 12 mm di hg. questa pressione è contrapposta dalla pressione oncotica delle proteine che richiama liquidi sempre con una forza di 22 mm di hg.

ne consegue che a livello arteriolare il bilancio delle due pressioni di segno inverso porta alla fuoriuscita di liquidi nello spazio extravasale con una forza di 10 mm di hg (+32 -22 = +10). mentre a livello venulare il bilancio pressorio porta ad un reingresso di liquidi con la stessa forza di 10 mm di hg (+12 -22 = -10).

l’equilibrio di sterling mantiene un regolare scambio di fluidi in un sistema perfetto, questo non avviene a livello fisiologico perchè piccole variazioni locali possono determinare alterazione degli equilibri pressori con comparsa di edema.

in particolare è possibile un transitorio ampliamento di un poro endoteliale al quale segue la fuoriuscita delle macromolecole responsabili della pressione oncotica, le proteine.

essendo il valore della pressione oncotica direttamente proporzionale al numero di macromolecole proteiche, la diminuzione di queste porta ad una variazione del richiamo acquoso all’interno del vaso, con accumulo ingravescente di liquidi negli spazi extravasali.

tutto ciò non avviene grazie alle particolarità di un sistema vasale che lavora appaiato a quello venoso: il sistema linfatico.

questo apparato, per lungo tempo scarsamente considerato perchè ritenuto un doppione del sistema venoso, nasce dagli spazi extracellulari. qui dei filamenti connettivali iniziano a convogliare i liquidi verso una determinata direzione. lungo i filamenti vengono poi ad affiancarsi delle cellule endoteliali che iniziano, così, a formare il capillare linfatico.

i piccoli vasi linfatici hanno una particolarità che li differenzia dai capillari venosi e arteriosi, infatti i primi a differenza dei secondi possono variare il calibro dei pori endoteliali. questo avviene quando negli spazi perivasali si accumula, anormalmente, del liquido.

le cellule endoteliali linfatiche restano unite al filamento connettivale che ha iniziato la formazione del capillare mediante un’altro filamento che unisce il primo ad uno dei poli cellulari. quando aumenta il ristagno di liquido il filamento principale si distacca dal capillare tirando con se il secondo filamento. la cellula endoteliale avendo uno dei suoi poli legato a questo si apre come se fosse una botola. tutto questo porta ad un aumento delle dimensioni del poro endoteliale, aumento proporzionale all’entità di edema circostante.

attraverso il poro endoteliale ingrandito possono rientrare nel circolo le macromolecole proteiche, occasionalmente fuoriuscite, che altrimenti sarebbero restate fuori dal sistema circolatorio.

tutto ciò ci fa comprendere la grande importanza della funzione del sistema linfatico: senza di questo non si potrebbe risolvere qualsiasi stato di edema.

un’altra particolarità del sistema linfatico è quella di essere interrotto periodicamente da particolari strutture dette linfonodi. in questi la linfa, liquido formato da acqua e proteine, viene raccolta in particolari cisterne dove il s.i. ha modo di verificare la struttura self o nonself delle macromolecole proteiche, in modo di eliminare le proteine eterologhe e mantenere costante l’immunochimica dell’organismo.

questa particolarità determina un rallentamento del flusso linfatico, flusso che si muove con una pressione di 30-40 mm di hg, e ci fa comprendere che un miglioramento della progressione della linfa non può avvenire, essendo i liquidi incompressibili, se i linfonodi sono ingorgati.

dall’accurato studio della fisiologia del sistema linfatico, il biologo emil vodder, nel 1936, mise a punto delle manualità che prevedessero la stimolazione della progressione linfatica. queste manovre seguivano e seguono ancora oggi uno schema prestabilito e cioè, per primo lo svuotamento delle stazioni linfonodali, quindi l’apertura delle botole endoteliali per facilitare l’ingresso delle macromolecole proteiche, infine una spinta a bassa pressione in senso centripeto dei liquidi.

da ciò, il drenaggio linfatico manuale secondo vodder (dlm) segue le seguenti manualità:

a) svuotamento delle stazioni linfonodali. sarebbe utile iniziare dalle stazioni sopraclaveari, ma non si può prescindere dallo svuotamento di almeno le stazioni inguinali e poplitee. si effettuano delle pressioni alternate in modo da pompare il liquido intralinfonodale verso l’esterno;

b) si effettuano, ora, dei movimenti circolari atti a muovere i liquidi negli spazi perivasali. l’aumento di liquido locale determina l’allontanamento dei filamenti che scorrono paralleli al capillare, con conseguente apertura delle botole endoteliali ed ingresso di nuova linfa;

c) infine si comprimono i tessuti con pressioni basse (30-40 mm di hg) in modo di far progredire i liquidi in senso centripeto.

le indicazioni di questa metodica vanno dalla semplice attivazione fisiologica del sistema linfatico, utile ad alleggerire il circolo degli arti inferiori fino alle situazioni di linfostasi da patologia. in tutti i casi la manualità e le pressioni restano inalterate.

recentemente sono stati proposti apparecchi meccanici utili per la stimolazione del s.l.

pur restando insostituibile la mano del fisioterapista, questi apparecchi presentano una certa utilità nel trattamento di routine dell’insufficienza venolinfatica.

vengono proposti dei sistemi drenanti sia meccanici che elettrici. i secondi presentano una scarsa utilizzazione perchè, funzionando sulla stimolazione della contrazione muscolare, determinano una spremitura dei vasi sottofasciali con scarsa attivazione dei sistemi soprafasciali interessati nel linfedema panniculopatico.

i sistemi meccanici sono un’evoluzione della vecchia pressoterapia, debbono però rispondere a delle caratteristiche che permettano di rispettare la fisiologia del s.l.

i gambali pneumatici debbono essere composti da settori sovrapposti che permettano l’attivazione di due comparti alla volta, evitando reflussi centrifughi.

la pressione di esercizio deve essere impostata al massimo sui 50 mm di hg, per ottenere una pressione di stimolo tra i 30 e i 40 mm di hg.

il programma di riempimento dei vari settori deve prevedere:

– compressione alternata delle stazioni linfonodali inguinali e poplitee per almeno 5 minuti;

– compressione dei tessuti di gamba ad iniziare dalla parte superiore della coscia e scendendo gradualmente fino a raggiungere il piede. dopo la compressione di ogni singolo settore dell’arto il programma deve prevedere il ritorno del flusso pressorio sino alle stazioni linfonodali inguinali. quindi compressione graduale in senso centrifugo ma con continui ritorni in senso centripeto.

il tempo di trattamento deve essere di almeno 20 minuti.

il dl sia manuale che meccanico deve essere ripetuto almeno due volte la settimana con cicli di 10-20 sedute.