E’ sempre con estremo piacere personale che partecipo al Congresso annuale della Società Ceca di Linfologia per tre motivi fondamentali; il primo, perché è sempre molto interessante e foriero di novità e discussioni sempre molto vivaci; il secondo, perché è sempre molto partecipato (anche questa volta circa 380 partecipanti di cui circa la metà medici delle varie specialità e gli altri fisioterapisti); il terzo perché è un’occasione per rivedere e confrontarmi con gli amici cechi molto attivi nella ricerca clinica e sperimentale.

Il Congresso è stato aperto dal Presidente della Società Ceca, Martin Wald, che, nella circostanza, oltre ai saluti a tutti i convenuti e la presentazione degli ospiti stranieri (lo scrivente e Franz Shingale) ha informato i presenti che il prossimo Congresso della Società Europea di Linfologia (il 45°) si terrà proprio a Praga nei giorni del 21 e 22 Settembre 2018.

Come da tradizione ho avuto l’onore di moderare ed intervenire nella Sessione iniziale, quest’anno dedicata al Lipedema (con traduzione simultanea dal ceco all’inglese e viceversa, cosa che ha consentito di seguire attentamente i vari interventi e le relative discussioni).

Ha aperto i lavori Rossmeislova, del centro di Medicina Preventiva di Praga che ha sottolineato la coesistenza del Linfedema in molte forme di Lipedema e la necessità di un approccio simultaneo ai due problemi.

Lo scrivente ha quindi descritto i criteri diagnostici e di diagnosi differenziale, i parametri della disabilità descritti con l’ICF e la scala VAS del dolore, i principi terapeutici (sintomatici) di cui si dispone oggi

ed il monitoraggio dei pazienti. La constatazione che si tratti di una malattia, distinta dal Linfedema ed associata ad una Linfostasi (e non linfedema come impropriamente continua ad essere definito) negli stadi avanzati della malattia, ha consentito di sottolineare anche l’aspetto genetico, in fase di studio. La malattia colpisce solo il sesso femminile; molto frequentemente è familiare ma, all’interno della Famiglia il maschio è portatore sano e può trasmettere l’affezione, mentre solo la donna si ammala presentando il fenotipo del Lipedema. Ci si batterà nei prossimi mesi affinché l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosca la patologia tra quelle inserite ufficialmente nell’ International Classification of diseases.

Interessanti anche i due interventi del collega tedesco Shingale, il primo sul Lipedema e sulle diagnosi differenziali con le grandi obesità e le varie sindromi in cui un anomalo accrescimento del tessuto adiposo porta a quadri patologici con compromissione di vari organi ed apparati. Il secondo intervento riguardava il trattamento del linfedema genitale di uomo e donna. La Chirurgia plastica riduttiva, in questi casi, va riservata esclusivamente ai casi estremi. Negli altri casi va associato il trattamento fisico ad interventi di ricostruzione delle vie linfatiche con tecniche microchirurgiche. Utile anche il ‘taping’, opportunamente posizionato.

René Vlasac, uno dei membri del direttivo Ceco che opera a Praga, ha posto l’accento sugli aspetti di prevenzione primaria e secondaria del Lipedema, enfatizzando il rispetto di norme dietologiche principalmente indirizzate al ‘contenimento’ dell’apporto calorico ed al privilegiare le diete ricche di proteine (qualora non coesistano controindicazioni, soprattutto relative alla funzionalità renale).

Stepan, di Praga, parlando dell’obesità ginoide, ha evidenziato in uno studio sperimentale che esistono due tipi di obesità: una è legata alla iperplasia delle cellule adipose (incremento del numero), l’altra all’ipertrofia (incremento del volume delle singole cellule a parità di numero). Il delicato equilibrio esistente tra tasso glicemico plasmatico ed insulina risulta inversamente alterato nei due tipi. Nel primo, infatti, il soggetto presenta segni di insulino-resistenza con iperglicemia consequenziale; nel secondo, viceversa, presenta una particolare sensibilità all’insulina per cui può andare incontro ad episodi di ipoglicemia (con conseguente introito calorico eccessivo e tale da peggiorare ulteriormente il quadro clinico).

La collega Visokanova di Brno ha successivamente messo in guardia dal trattamento standard nell’anziano con edemi degli arti inferiori. Molto spesso, infatti, un edema bilaterale e simmetrico dell’anziano può essere dovuto ad una insufficienza cardiaca in fase di compenso labile. In questi casi è opportuno l’utilizzo di diuretici e non dei trattamenti fisici drenanti (manuali o meccanici) che potrebbero addirittura peggiorare il quadro clinico.

Mestak, giovane chirurgo plastico di Praga, ha quindi presentato la sua esperienza sulla microchirurgia linfatica nel linfedema, sottolineando l’importanza di un adeguato studio con videofluoroscopia preoperatoria e dell’associazione con i trattamenti fisici postoperatori.

Altri colleghi e fisioterapisti si sono quindi succeduti per sottolineare altri aspetti della terapia fisica decongestiva, evidenziando i vantaggi della ‘maglia piatta’ (maggior tenuta, miglior comfort, minori effetti collaterali) in tutti i casi di linfedema primario e secondario, i vantaggi del taping in associazione con le altre metodiche e l’importanza della adeguata prescrizione personalizzata dell’indumento elastico definitivo.

Tutte le discussioni si sono rivelate particolarmente interessanti e foriere di altri approcci diagnostico-terapeutici. Argomenti che verranno ulteriormente approfonditi nell’importante appuntamento ‘Ceco’ del prossimo anno.

Sandro Michelini

Praga 14 ottobre 2017

LEAVE A REPLY