Tutti molto interessanti ed improntati ad uno spirito pratico i sei workshop che hanno preceduto il vero e proprio II Congresso Nazionale di Flebologia, Linfologia e Riabilitazione organizzato a Pavia da Domenico Corda nei giorni 10 ed 11 Ottobre.

Sono stati trattati i temi più vari di interesse linfologico: dal trattamento delle lesioni ulcerative all’utilizzo del Taping, dai temi legati al disturbo del movimento in soggetti con Linfedema, a trattamenti di casi particolari con nuove tecniche di contenzione elastica e nuovi indumenti elastici per gli edemi del volto e del torace. Particolare interesse ha poi suscitato la presentazione di un nuovo apparecchio per il linfodrenaggio ‘operatore dipendente’, il Linforol;: in un momento in cui viene messa in seria discussione da vari sistemi sanitari europei la tecnica del linfodrenaggio manuale (per l’eccessiva soggettività legata alle manovre manuali dei singoli operatori) un apparecchio che testimoni l’applicazione di sicuri regimi pressori compresi in determinati range, recepito con diffidenza nei primi momenti, sta aprendo importanti brecce tra le più importanti scuole linfologiche europee. I workshop si sono conclusi con la presentazione di nuovi materiali da bendaggio, coesivi e di scarso ingombro, con modulo elastico a lungo resistente e con alcuni concetti di prevenzione delle complicanze linfangitiche con principi naturali.

Sono quindi iniziati i lavori congressuali entrando nel vivo con una relazione del dr. Corda che ha inquadrato i termini del problema nelle attuali contingenze che sta vivendo la Sanità. E’ seguita la relazione del dr. Ricci (Ancona) che ha evidenziato  la necessità dell’utilizzo, ai fini dell’inquadramento e del monitoraggio clinico, dell’International Classification of Functioning, una classificazione che meglio di altre descrive le necessità assistenziali della persona considerando tutti i suoi bisogni (fisici e mentali).

Lo scrivente ha quindi presentato i dati aggiornati degli studi genetici condotti sui linfedemi primari, sottolineando come molto rimane ancora da scoprire per correggere i difetti della natura. A questo proposito è bello ricordare una delle famose frasi (tra le tante) di Einstein: ‘scopriamo, passo dopo passo, la carte di Dio’!

Mattassi (Milano) ha quindi ricordato come il sistema linfatico presenti spesso delle malformazioni, più o meno complesse, spesso difficilmente inquadrabili e con difficoltoso approccio terapeutico; molte di queste si associano a coesistenti malformazioni venose. Di qui l’utilità di procedere con le indagini diagnostiche su entrambe i fronti.

Si sono quindi susseguiti una serie di colleghi (Losa, Di Muzio, Maggioni e Lazzari, due dei quali dell’Istituto Europeo Oncologico di Milano) che operano nell’ambito dell’oncologia. Tutti hanno riconosciuto il carente collegamento che esiste ancora oggi tra l’operatore ed il riabilitatore e la necessità di procedere con le tecniche operatorie e con quelle radioterapiche con l’ottica del massimo rispetto dell’integrità del sistema linfatico. Un discorso ancora valido è quello della corretta informazione nel periodo pre e post-operatorio sulla possibilità dell’evoluzione verso un linfedema secondario ai fini della diagnosi precoce e dell’altrettanto precoce presa in carico riabilitativa.

E’ stata quindi la volta dei colleghi stranieri (Moffat, Partsch, Olszewski, Jung e Brorson) che, senza apportare sconvolgenti novità, hanno tuttavia ricordato le basi della fisiopatologia del sistema linfatico ed alcuni cardini del trattamento fisico e chirurgico, sottolineandone la ‘tempestività ed il sinergismo terapeutico’ nell’ottica dei migliori risultati nel tempo. In particolare l’infermiera inglese Moffat (co-responsabile mondiale, con il Prof. Piller, dell’International Lymphoedema Framework) ha presentato i primi dati (che aveva già mostrato a Glasgow) dello studio multicentrico LYMPRINT che sta mirando ad una raccolta di dati epidemiologici nazionali e mondiali sul Linfedema che coinvolge tutte le figure professionali che ruotano intorno al paziente, medico di famiglia incluso.

Una delle novità, nell’ambito del trattamento chirurgico, è stata portata da Costantino Eretta (La Spezia) che ha sottolineato, secondo la sua esperienza, la profonda distinzione nell’approccio chirurgico tra gli edemi degli arti inferiori e quelli superiori; se per questi ultimi è proponibile, con buone aspettative di successo nel medio e lungo termine, la microchirurgia, per gli arti inferiori (proprio per l’effetto della forza di gravità che incide negativamente, nel tempo, sui gradienti pressori che sostengono la pervietà delle anastomosi linfatico-venose) si sta riscoprendo il ruolo di tecniche chirurgiche di un tempo (Condoleom, Thompson etc.) che consistono nella realizzazione di ‘discrete’ fenestrature che il chirurgo opera tra il compartimento sottocutaneo e quello profondo, muscolare, ai fini del drenaggio della linfa attraverso le vie di deflusso profonde. Questi tipi di intervento sono mini-invasivi in quanto, con semplice anestesia locale o ‘tronculare’ (solo l’arto interessato), riescono con sottili ‘fibroscopi operatori’ inseriti attraverso un solo foro cutaneo, a percorrere tragitti sottocutanei ed operare le fenestrature necessarie lungo tutto l’arto o parte di esso.

Corda ha quindi presentato i quadri più complessi che spesso coinvolgono i pazienti in molti degli aspetti della vita di relazione, limitando l’autonomia funzionale nelle attività della vita quotidiana. Una migliore e più costante ‘gestione clinica’ di tali casi eviterebbe di giungere a quadri così ‘estremi’!

Il Convegno si è concluso con la parola alle aziende ed ai pazienti: un interscambio, anche acceso a tratti, che ha consentito di mettere a confronto esempi diversi di organizzazione finalizzati tutti alla ‘best-practice’ nei confronti della malattia.

La Manifestazione ha ricevuto anche il saluto autorevole dell’Onorevole Sofia Amoddio che sta seguendo con attenzione e concretezza i problemi delle migliaia di malati che in questo momento soffrono la carenza di organizzazione sanitaria nei loro confronti. Con l’auspicio che presto si ufficializzino le Linee guida ministeriali il cui testo è alla firma finale per la presentazione alle Regioni, l’Onorevole ha augurato un proficuo svolgimento dei lavori certa di futuri nuovi successi nella ricerca dedicata al settore.

 

Sandro Michelini

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